Luciano

Luciano (Bergamo, 24.6.1966)
Luciano Gritti iniziò a lavorare con il padre mentre frequentava l’Istituto Tecnico
Commerciale Vittorio Emanuele II di Bergamo: durante le vacanze estive andava ad aiutare Eugenio che nel 1981 gli permise di effettuare la pulitura del Cristo appartenente al gruppo del Compianto di Groppello Cairoli. Dopo gli esami di maturità ed il servizio militare, nel 1986, entrò stabilmente in bottega. Così come era successo per Angelo ed Eugenio anche Luciano compie il suo apprendistato direttamente dal padre nella bottega di Bergamo. Ormai questa si è completamente ed esclusivamente dedicata al restauro e negli anni è diventata rinomata e riconosciuta a livello nazionale. Una ulteriore caratteristica peculiare della ditta Gritti è nell’aver scelto come unico ed esclusivo campo di competenza quello del legno. Pertanto Luciano ha la possibilità di formarsi e di acquisire tutte le competenze necessarie per proseguire con l’attività di restauro. Nei primi anni, ovviamente, affianca Eugenio e sotto la sua direzione partecipa a diversi lavori sia su opere policrome che su opere verniciate. Nel 1989, per affrontare al meglio il grosso incarico relativo al restauro del Coro dei Monaci della Certosa di Pavia affidato a Eugenio, venne fondato il Consorzio Professionale Restauratori d’Arte di cui fecero parte, oltre a Eugenio e Luciano anche Luca Quartana, Roberto Bergamaschi e Patrizia Fumagalli. Questa società, che si sciolse nel 2006, diede la possibilità a Luciano e agli altri restauratori di lavorare in cantieri prestigiosi, di iniziare a collaborare con i diversi funzionari di Soprintendenza e di beneficiare dell’appoggio, dei consigli e del nome di chi, in Lombardia, aveva
più esperienze e credibilità nel restauro del legno. Con il Consorzio Luciano eseguì diversi lavori tra cui gli arredi delle monumentali sagrestie fantoniane di Alzano Lombardo, tra il 1992 e il 1994, e l’allestimento del modello del Duomo di Pavia – opera di Gian Pietro Fugazza e Cristoforo Rocchi del 1497 - presso Palazzo Grassi a Venezia, la National Gallery of Art di Washington e l’Altes Museum di Berlino in occasione della mostra itinerante “Rinascimento: da Brunelleschi a Michelangelo. La rappresentazione dell’architettura”.
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Nel settembre 2005 Luciano, sempre all’interno della struttura consortile, fece parte dello staff della mostra “Maestri della Scultura in legno nel ducato degli Sforza” al Castello Sforzesco di Milano. Essi fornirono assistenza tecnica durante l’imballaggio e il trasporto delle opere, la compilazione dei conditon report e il posizionamento delle sculture lungo il percorso espositivo. Parallelamente ai restauri effettuati in collaborazione con Eugenio e con il Consorzio Luciano inizia, nei primi anni 90, ad assumere incarichi in proprio. Il primo fu nel 1993 l’altare maggiore della chiesa di San Rocco in Cadelfoglia, una piccola frazione di Brembilla.
Curiosamente, quasi nel rispetto della tradizione, gli vengono affidati gli altari di Azzone e Gorzone, l’inginocchiatoio del Museo Poldi Pezzoli e l’inginocchiatoio di Telgate, opere di G. Piccini.
 Del medesimo autore negli anni 60 Eugenio aveva restaurato gli altari di Nona, Pezzolo e Dezzolo. Nel corso dell’ultimo decennio esegue lavori sia su opere policrome, come gli altari fantoniani di Foresto Sparso, i Crocifissi del Carmine in Bergamo alta e di Desenzano, il polittico di P. Bussolo ad Albino ed anche su opere non dipinte come il Banco dei parati del Fantoni di Piazza Brembana o i cori di Carobbio degli Angeli, del Santuario di Vicoforte in Piemonte, di Tagliuno e la sagrestia di Ignazio Hillepront di Casnigo. La peculiarità di Luciano è sicuramente quella di essere rimasto totalmente aderente all’”amore” per la scultura in legno che ha caratterizzato l’opera di suo nonno e di suo padre. Oggi esiste il “pericolo” di considerare il restauro una scienza. L’obbiettivo di Luciano è coniugare i valori e la storia della tradizione artigiana con il progresso tecnico del mondo del restauro.

Bottega Gritti

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